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Scuole pubbliche e PNRR: nuove opportunità per un’edilizia scolastica da aggiornare

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Scuole pubbliche e PNRR: nuove opportunità per un’edilizia scolastica da aggiornare

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Sono 1857 i nuovi asili nido e 333 le scuole materne che apriranno le loro porte ai bambini entro la fine del 2025 grazie al PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

O meglio: “potrebbero aprire”, perché gli oltre 250.000 posti che questi nuovi edifici dovrebbero fornire sono a rischio, a causa delle complessità burocratiche che i Comuni italiani (responsabili della richiesta e gestione dei vari finanziamenti) non sono strutturati ad affrontare.

La scadenza per la presentazione delle domande è stata prorogata al 31 maggio 2023, ma il numero di richieste attuali sembrano prefigurare un’occasione sprecata: è un peccato, vista l’ormai cronica carenza di posti negli asili e nelle scuole primarie pubbliche.

Ma soprattutto vista l’età e le condizioni dell’edilizia scolastica in Italia: un rinnovamento, necessario, di cui è importante parlare.

Energivori, insicuri, vecchi: l’identikit degli edifici scolastici italiani

Dei poco più di 40.000 edifici scolastici presenti in Italia, solo il 37,4% dispone di certificazione di agibilità, solo il 33,4% può garantire la sua sicurezza nella prevenzione degli incendi e appena 1 edificio scolastico su 2 può vantare un certificato di collaudo statico.

Sono i numeri - sconfortanti - rilevati dall’Anagrafe Nazionale dell’Edilizia Scolastica. Una realtà ben conosciuta dagli addetti ai lavori, a cui non si è riuscito finora a trovare soluzione.

Queste cifre devono essere poi affiancate anche dai dati su prestazioni e consumi delle costruzioni, con oltre il 50% delle stesse rientranti in classe G: la più bassa, la più dispendiosa.

Completa il quadro un altro fattore spesso trascurato nell’edilizia scolastica, ma che risulta di particolare importanza visto il coinvolgimento di bambini e minori: i VOC (Volatile Organic Compounds, Composti Organici Volatili), ovvero tutti quei composti chimici particolarmente soggetti a evaporazione (fin dalla temperatura ambiente) che vanno ad intaccare la salubrità dell’aria. Dal benzene delle vernici alla formaldeide di isolanti e resine, il nostro corpo si trova esposto quotidianamente a questi composti influenzando il nostro stato di salute. I Criteri Ambientali Minimi (CAM) introdotti nel 2015 e aggiornati lo scorso dicembre servono proprio a mitigarne la presenza nelle nuove realizzazioni, ma lo stesso non si può dire per edifici - come quelli scolastici - costruiti intorno agli anni Settanta, e che sono quindi soggetti a un elevato inquinamento indoor.

Il PNRR potrebbe quindi diventare un’occasione da non perdere anche per le attività di ristrutturazione ed efficientamento energetico, visto che il 40% degli stessi che non è mai stato interessato da questo tipo di azioni.

Le scuole italiane e le aree d’intervento del PNRR

Sono 4 le aree di intervento previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per quanto riguarda gli edifici scolastici:

● La prima, relativa alla costruzione e apertura di nuovi asili nido e scuole dell’infanzia, per un investimento totale di 4,6 miliardi di Euro

● La seconda, che si concentra invece sulle attività di messa in sicurezza e riqualificazione strutturale degli edifici esistenti, per un totale di 3,9 miliardi di Euroinvestiti dal 2021 al 2026 (andando a coinvolgere oltre 2000 scuole, per un totale che supera i 2,5 milioni di metri quadri riqualificati)

● La terza, dedicata ai progetti di demoricostruzione nell’ottica di sostituzione e riqualificazione energetica degli edifici scolastici italiani, prevede 1,19 miliardi di Euro

● La quarta e ultima, che coinvolge infine le palestre e le infrastrutture per lo sport a scuola, metterà a disposizione 300 milioni di Euro stanziati per la costruzione di nuove soluzioni o la ristrutturazione di quelle esistenti

Si tratta, insomma, di un investimento ingente da parte dell’Italia e dell’Unione Europea, che porterà aria fresca nel panorama dell’edilizia scolastica nazionale.

Edifici scolastici più sicuri e salubri con Ytong e Multipor

Da sempre attenta a offrire prodotti di alta qualità e con una grande sensibilità alle tematiche green ogni giorno più attuali, Xella mette a disposizione di imprese e progettisti materiali di costruzione pensati appositamente per realizzare ambienti confortevoli, a ridotto impatto ambientale ma soprattutto salubri e sicuri.

Non soltanto i blocchi Ytong - come gli Ytong ClimaGold e ClimaPlus - sono infatti certificati nel pieno rispetto dei criteri CAM, ma raggiungono anche elevate prestazioni in materia di isolamento termico e offrono il pieno rispetto degli stringenti requisiti minimi di legge previsti per l’edilizia scolastica in questo campo senza costringere all’uso di isolanti aggiuntivi. Riducendo così drasticamente la presenza di VOC negli edifici di nuova costruzione: un vantaggio (molto importante, come abbiamo visto) che si affianca alla semplificazione e velocizzazione dei lavori di edificazione, fattore determinante nelle opere pubbliche.

Nelle attività di ristrutturazione e risanamento energetico, invece, i pannelli Multipor offrono - oltre alle ben note prestazioni di isolamento termico - anche una elevata resistenza al fuoco: certificati in Euroclasse A1, i pannelli Multipor sono infatti incombustibili e insensibili al fuoco andando a risanare situazioni pregresse (come per esempio edifici più vecchi costruiti in cemento armato) che non rispondono ai requisiti minimi di legge per la resistenza alle fiamme. Il tutto con un materiale isolante di origine minerale naturale resistente a muffe e batteri, che ne impedisce la proliferazione.

Perché gli studenti - di qualsiasi età - hanno diritto a un ambiente sano e sicuro dove imparare, conoscere, diventare adulti.

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