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DICONO DI NOI

Intervista all’Arch. Elena Ivaldi

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Intervista all’Arch. Elena Ivaldi

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L'Arch. Elena Ivaldi è titolare di I.E.F.I. (Impresa Edile Fratelli Ivaldi) e Consulente Esperto CasaClima.

1. Da quanto tempo utilizza i prodotti Ytong e Multipor di Xella Italia?

Utilizzo il Calcestruzzo Aerato Autoclavato da molti anni per le sue caratteristiche di resistenza al fuoco, sia come struttura portante che come soluzione di tamponamento.

L’ho scelto per la prima volta come sistema costruttivo nel 2006, per la nostra prima certificazione CasaClima; si trattava di un’operazione immobiliare della nostra impresa di costruzioni, la I.E.F.I. SRL, un tempo diretta da mio padre e da mio zio, oggi mia e di mio fratello.

2. Come ha conosciuto questi prodotti?

Insieme a mio fratello sono anche titolare di uno studio di progettazione architettonica e strutturale, e il nostro obiettivo principale è fornire ai nostri clienti il loro progetto "chiavi in mano", dalla progettazione alla realizzazione, coordinando ogni aspetto in prima persona, in sinergia con partner esterni selezionati e fidelizzati.

Quando scoprii il mondo del costruire sostenibile grazie ad un corso ANAB (Associazione Nazionale di Bioarchitettura), modificammo la nostra operazione immobiliare citata prima partendo dalla scala urbanistica, attraverso una variante che andava a modificare la dimensione e l'orientamento della lottizzazione urbana e ottimizzammo l'orientamento secondo i criteri della bioclimatica.

Poi ricercammo i sistemi costruttivi più innovativi in modo che ci aiutassero a raggiungere, insieme alle strategie progettuali, la maggiore efficienza energetica al minor costo possibile.

Fu così che scoprimmo Ytong.

A quel tempo eravamo i primi in Piemonte ad usarlo in modo così massivo. Per questo, andammo a visitare i cantieri di un nostro collega costruttore a Bologna, una realtà aziendale più piccola della nostra, ma con una lungimiranza e passione per la alta efficienza e sostenibilità in edilizia, davvero ammirevole.

3. Quali sono, secondo lei, le principali caratteristiche del sistema Ytong e Multipor?

1)      È isotropo, ossia le sue caratteristiche fisiche sono uguali in tutte le direzioni (...ho imparato il termine grazie a Ytong!).

2)      Essendo posato a colla, si costruisce una tessitura muraria uniforme che, sia per pareti perimetrali che per partizioni interne o tra unità abitative diverse, comporta un ottimo comportamento acustico, perché evita i ponti acustici senza dimenticare l'efficienza termica.

3)      Fondamentale per la tenuta all'aria, che avrebbe bisogno di un'intervista a parte, per la sua importanza nell'edilizia evoluta e per la sua trascuratezza nell'edilizia tradizionale. A mio parere, qualunque cantiere di edificio isolato e poi riscaldato dovrebbe essere testato con BDT (Blower Door Test), ancora oggi, obbligatorio solo per la certificazione CasaClima o PassivHaus.

4)      È un sistema: con Ytong si può fare tutto, muri perimetrali, divisori semplici e compositi tra le unità.

5)      È "pulito", perché si modella con l’apposita attrezzatura e si utilizzano anche gli sfridi.

Potrei andare avanti all'infinito perché credo ancora fermamente nel potenziale di questo sistema, e nella ricerca che Xella continua a fare per implementarlo.

4. Ci faccia un esempio di come il sistema Ytong e Multipor abbia risolto un problema specifico, se possibile.

Un aneddoto divertente accadde quando realizzammo il nostro primo condominio.

Ci iscrivemmo ad un corso di acustica nel 2006-2007, e tornando in ufficio, sostituimmo la stratigrafia progettuale dei muri in laterizio che dividevano le unità abitative con pareti in Calcestruzzo Aerato Autoclavato.

Le maestranze, a tramezze e divisori ultimati, si lamentarono di non potersi più chiamare tra un alloggio e l'altro con lo stesso tono di voce... per un aumento oggettivo di abbattimento acustico.

5. Quali sono le principali esigenze dei committenti?

Costruttivamente, direi il benessere all'interno dell'involucro chiuso e riscaldato e il basso consumo energetico.

Riscontro, da quando ci siamo specializzati, che il cliente difficilmente decide quali sistemi costruttivi utilizzare, ma ripone fiducia nel tecnico o nell'impresa a cui si è affidato, specie se si confronta con tecnici che gli dimostrano la loro competenza e le loro convinzioni che derivano dalla fisica tecnica, dall'esperienza di cantiere e dalla ricerca di mercato continua.

6. Come i prodotti Xella l'hanno supportata nell'andare incontro a tali richieste?

Beh, direi che ho già ampiamento risposto... è un'azienda leader che offre una molteplicità di prodotti, densità, spessori, offre assistenza di altissimo livello e porta avanti una ricerca continua per sviluppare nuovi prodotti.

7.  Cosa cerca da un fornitore di materiale edile?

Cerco partnership, collaborazione e confronto, un aiuto progettuale e in cantiere da parte di chi quel sistema lo conosce meglio di me. Adoro quando "il fornitore" viene in cantiere a parlare con me o con le mie maestranze e chiede loro quali criticità hanno incontrato.

Per iniziare ad usare e sfruttare appieno il sistema, malgrado non ci sia nulla di complicato, è preferibile farsi aiutare e Xella è in grado di fornire, attraverso i suoi tecnici, tutti le indicazioni necessarie.

8. Parlando di sostenibilità, quanto è importante questo parametro nei suoi progetti?

Beh, mi sono iscritta al Modulo 1 dell'Anab nel 2003 e monitoro tutt’ora i miei condomini CasaClima…

9. Cosa fa concretamente per rispettarla?

Cerco di formarmi continuamente in quella direzione. L'anno scorso siamo stati al Bau a Monaco. Arrivo ora dalla fiera Klimahouse 2024, adoro i loro convegni CasaClima, ti danno il polso del futuro dell'edilizia.

Al giorno d’oggi è limitativo raggiungere il basso consumo energetico in un cantiere (preferisco parlare di "cantiere" e non di "progetto" perché pare che ormai i progetti sulla carta siano tutti “a basso consumo e sostenibili"); si dovrebbe parlare di quanto "carbon" c'è nel cantiere pensando che esso, dopo che sarà ultimato, diventerà un edificio in uso per 50 anni o più e, una volta raggiunto il fine vita, dovrà essere smaltito o rinnovato, con un notevole costo per l'ambiente della generazione successiva.

10. Da 1 a 10 quanto è importante la formazione continua nella sua attività?

Da come ho risposto prima, 10.

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